
link up #1
12.04.24 - 31.05.24
Group Show
Matteo Beltrami
Carmen Einfinger
Ulrich Egger
Pier Paolo Fassetta
Mirko Frignani
Ugo Nespolo
Graziano Pompili
Bruno Samorì
Gianna Spirito
Franco Ule
A cura di Juliana Curvellano
Il cuore concettuale di questa esposizione si concentra sul significato di "link up", un termine che richiama l'atto di connessione e unione, spesso contestualizzato nel contesto sociale o professionale. Tuttavia, intendiamo esplorare un significato più ampio, che abbraccia la creazione di legami e associazioni tra individui, gruppi e idee.
La mostra si propone di promuovere un dialogo creativo e non convenzionale tra diverse pratiche artistiche. In ogni opera esposta, emerge un obiettivo comune: creare una visione surreale che coinvolga lo spettatore a livello corporeo e mentale. Attraverso sottili accenni tecnologici o mezzi più tradizionali, ciascun artista invita il pubblico a esplorare il proprio universo artistico, dove la realtà visiva si fonde con l'illusione. La mostra mira dunque a stimolare riflessioni profonde sull'esperienza umana e sul ruolo cruciale dell'arte nel nostro mondo contemporaneo.
Juliana Curvellano










MATTEO BELTRAMI
(Reggio Emilia, 1980)
Sedicenne, rimase fortemente colpito da un film che raccontava la vita di un artista contemporaneo. Da allora non ha mai più lasciato la pittura e ha focalizzato il suo lavoro sulle metafore, utilizzando questo linguaggio espressivo per rappresentare tutto ciò che lo colpisce: dai fatti personali alle molteplici sfaccettature della società in cui viviamo. Desidera inserire punti interrogativi ed esclamativi nelle sue opere per suscitare emozioni spesso soffocate.
ULRICH EGGER
(San Valentino alla Muta, 1959)
Nato in provincia di Bolzano, attualmente vive a Merano dopo aver frequentato l’Accademia delle Belle Arti di Firenze diplomandosi nella sezione di scultura. Partito con una forte idea del disegno e dell’architettura come spazio umano, ha elaborato progressivamente un discorso sul mondo attuale, sulle sue contraddizioni, sulle sue paure, sui suoi falsi miti. La sua opera diventa così una visione esplicita e cruda di ciò che caratterizza la nostra contemporaneità.
CARMEN EINFINGER
(Nottingham, 1950)
Il lavoro di Carmen Einfinger è stato esposto in gallerie e musei di tutto il mondo e le sue opere fanno parte di numerose collezioni private, tra cui le collezioni Rockefeller e Fabergé.
I suoi dipinti a tinte brillanti e decorative traggono ispirazione direttamente dalle sue eclettiche origini e dal suo variegato percorso di vita. Nata in Inghilterra da genitori olandesi e croati, è cresciuta in Brasile prima di trasferirsi a New York. A completare la sua ricerca Einfinger, ispirata all’idea nata con le avanguardie storiche di unione di arte e vita, realizza installazioni di arte pubblica.
PIER PAOLO FASSETTA
(Venezia, 1948 – Mirano 2021)
Architetto, insegnante, uomo di cultura, Pier Paolo Fassetta è un artista da sempre aperto a molteplici sperimentazioni e linguaggi artistici. Nonostante la diversa matericità, tutte le opere di Fassetta sono legate da un processo creativo in cui una profonda ricerca in campo tecnico e multidisciplinarità sono strumenti che generano una personale e trasfigurata realtà fatta di silenzio e memoria. Così gli ambienti che fotografa esulano dalla pura definizione spaziale per includere invece presenze psicologiche
MIRKO FRIGNANI
(Montecchio Emilia, 1985)
Laureato alla Naba di Milano, ha successivamente conseguito un Master in Fotografia Contemporanea presso Spazio Labò. Ad oggi lavora come fotografo e artista visuale tra Montecchio Emilia e Milano, cercando di raccontare quel poco di poesia che finora ha capito dalla vita. Si descrive come un “credente osservatore di utopie” e, secondo la sua definizione, la sua produzione artistica è da considerarsi “un linguaggio fatto di gesti, di tantissime parole non dette ma solo pensate, rimuginate, accennate e poi fatte scivolare in una carezza”.
UGO NESPOLO
(Mosso, 1941)
Diplomato all’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino e laureato in Lettere Moderne, Ugo Nespolo è ad oggi uno dei più importanti artisti italiani viventi. I suoi esordi nel panorama artistico italiano risalgono agli anni Sessanta, epoca in cui stavano emergendo la Pop Art, ma anche le correnti concettuali e poveriste, che influenzeranno lo stile dell’artista. La trasgressione, l’ironia, il divertimento e il gusto di non prendersi sul serio sono caratteristiche evidenti fin da subito nei quadri di Ugo Nespolo, e che l’accompagneranno nel corso di tutta la carriera.
GRAZIANO POMPILI
(Fiume, 1943)
Cresciuto e formatosi nei centri noti per le antiche tradizioni di produzione ceramica – Faenza – e scultura in marmo – Bologna e Carrara – oggi vive e lavora a Montecchio Emilia. La sua ricerca artistica è caratterizzata dalla continua sperimentazione con materiali molto diversi tra loro, tra cui marmo, terracotta, bronzo, ferro, legno. Il rapporto tra materiale, forma e contenuto viene da lui di volta in volta indagato tramite il motivo archetipo della casa, emblema di solitudine e fuga dal mondo, di rifugio cui sempre si può fare ritorno, luogo in cui si trovano le nostre radici tra terra e cielo.
BRUNO SAMORÌ
(Faenza, 1943)
A chiusura della sua attività accademico-scientifica – che ha contribuito, tra l’altro, allo sviluppo della Scanning Force Microscopy fondamentale per la nascita delle Nanotecnologie – Samorì ha potuto dare pieno respiro alla sua vecchia passione per la fotografia. Affiancandola a strumenti di post-produzione, la fa dialogare con i mondi dell’arte che più ama, quello medievale e quello bizantino in particolare. La sua produzione artistica continua ad essere informata dal “pensare creativo” dello scienziato, che deve costantemente confrontarsi con i nuovi possibili sviluppi delle sue ricerche, individuare loro connessioni e analogie e scegliere fra i tanti dati a disposizione quelli più significativi.
GIANNA SPIRITO
(Roma, 1949)
Gianna Spirito nasce a Roma. Architetto di mestiere e d’ispirazione artistica, la sua passione per la fotografia è intessuta indissolubilmente con l’architettura. Viaggiatrice per necessità e per piacere, ha approfittato dei paesaggi e dei contesti urbani di tutto il mondo per portare a casa una fonte di ispirazione dei suoi progetti. Questa passione documentale si è poi trasformata ed è diventata negli ultimi anni un impegno artistico a sé stante che ha già portato ottimi risultati. Le sue opere sono state esposte in Italia e all’estero in contesti museali e privati per mostre personali e collettive.
FRANCO ULE
(Trieste, 1959-2018)
Nonostante la prima formazione presso l’Istituto d’Arte di Venezia, immerso nei fermenti culturale degli ultimi anni ’70 il pittore triestino rifiuta ogni accademismo. Il suo recupero di figuralità è caratterizzato da un tratto profondo, di retaggio espressionista, quasi primitivo, tramite cui l’artista associa reminiscenze e citazioni disparate. Questa intensità espressiva è così pura da risultare violenta, esegesi che conferma lo stesso Ule, in una nota del 1984, in cui spiega la propria azione pittorica come il momento in cui aggredire la tela, la parete, per crearsi un fragile involucro protettivo o trasformare la stanza. È proprio questa violenza espressiva che rifiuta compromessi a risultare in una volontaria provocazione del comune sentire borghese.