
dentro fuori
23.05.25 - 14.06.25
Mostra personale di edo massa
a cura di claudia gerardi
“Che differenza esiste tra vedere e guardare? E, se vedo, cosa porto dentro di me di ciò che è fuori? Cosa vedo del mondo? Cosa scelgo di guardare davvero? E cosa resta fuori dalla cornice delle mie percezioni – letteralmente ed emotivamente?”
Queste sono le domande che il fumettista Edo Massa pone – a se stesso prima che agli altri – nel progetto Dentro Fuori, una mostra che racconta il fragile e potentissimo spazio che separa l’occhio dalla coscienza, lo sguardo dalla memoria, la realtà vissuta da quella rappresentata. Un progetto espositivo nato da chiacchiere e condivisione, che procede per fumetti e tavole illustrate con cui l’artista ci conduce in un episodio personale ma emblematico: lo scambio di sguardi tra lui e la sua compagna, che rimanda allo sguardo scambiato tra lui e una bambina durante una serata come tante, incrocio casuale ma rivelatore. Quello sguardo – curioso, penetrante, ingenuo e famelico di meraviglia – lo turba, lo sorprende, lo ispira, risuona in lui con quello della sua compagna, che spesso lo osserva con la stessa dolce intensità e urgenza. Da questo gesto, apparentemente semplice, nasce una riflessione visiva sull’atto del vedere, sul ruolo dell’altro nel nostro processo di conoscenza, e su come scegliamo cosa trattenere e cosa lasciare andare del mondo che ci circonda. Un gioco di sguardi ben preciso che porta Edo a comprendere che guardare non è solo un gesto ottico, ma un atto emotivo, relazionale, esistenziale.
Dentro Fuori è la storia di quell'istante, dilatata e trasformata in un ciclo di illustrazioni – sospese tra diario, narrazione e autoanalisi – che raccontano il processo con cui l’esterno diventa interno, e viceversa, un viaggio illustrato nell’atto di osservare – e di lasciarsi osservare, nel rapporto tra immagine e immaginazione e tra appropriazione e condivisione. Ogni scena è un’inquadratura, ogni vignetta una selezione: tutto ciò che sta dentro la cornice è ciò che l’artista ha scelto di vedere davvero. Ma tutto ciò che resta fuori dalla vignetta – lo spazio bianco, il non detto – ha altrettanta potenza narrativa ed è integrabile con l’esperienza dello spettatore.
Per Edo Massa, disegnatore e narratore visivo irriverente ma insicuro, bisognoso d’amore ma impacciato nell’aprirsi, intimo ma istrionico, sempre alla ricerca di definizioni che lo tengano al sicuro ma sempre contraddittorio, che copia e sbaglia dichiaratamente e che si fa scudo nell’autoironia, tutto ciò che accade è già potenziale vignetta con cui concretizzare e tentare di risolvere tutte queste più intime frizioni: ogni gesto, incontro o parola può essere ridotto a immagine, incorniciato, sospeso, risignificato. Ma proprio questa cornice diventa soggetto critico: è lì che si gioca il confine tra appropriazione e condivisione, tra intimità e egoismo, tra autobiografia e universalità. Le sue tavole in mostra mettono in scena una tensione costante: quella tra il desiderio di trattenere per sé ciò che si è visto – quasi a rubarlo al mondo – e la necessità di offrirlo come esperienza condivisa. Disegnare è per Edo un modo di comprendere il reale e, allo stesso tempo, un modo per tenerlo a distanza. Un gesto di amore e paura, che racconta di una persona insicura, eppure profondamente consapevole che non si può guardare il mondo senza restarne coinvolti.
L’allestimento stesso gioca con la cornice, con ciò che delimita e ciò che sfugge: la narrazione diventa cornice, la figura diventa riflesso, e lo spettatore è invitato a entrare in questa danza di sguardi incrociati. Il cuore dell’esposizione è infatti una tavola centrale, senza una cornice convenzionale ma incorniciata dalla narrazione stessa: un giro di tavole più piccole costruisce intorno a lei una struttura narrativa e visiva che sovverte il concetto di margine e di centro. Lì si afferma l’idea che la storia stessa diventa cornice, e ciò che sta attorno è parte integrante del senso. Due grandi immagini speculari, poste su pareti contrapposte, mostrano il volto femminile di chi guarda: una in positivo, l’altra in negativo. Dentro e fuori. Interno ed esterno. Sé e altro. L’intero percorso espositivo invita lo spettatore a ripercorrere questa doppia via: cosa porto dentro da ciò che vedo? E cosa del mio sguardo si riversa nel mondo? Una messa in discussione dei confini tra esperienza e rappresentazione, tra intimità e comunicazione. Una riflessione visiva su come l’altro ci vede, e su quanto di quello sguardo ritorna a noi trasformato.
Edo si interroga (e ci interroga) su quanto ogni immagine che produciamo sia frutto di un incontro con l’altro – o una forma più o meno consapevole di egoismo visivo. In fondo, guardare è un atto di fiducia e di potere. È già una scelta, un atto di appropriazione, un’illusione di possesso. E ogni volta che osserviamo qualcosa o qualcuno, ci stiamo raccontando, stiamo portando dentro di noi ciò che è fuori, e donando a nostra volta qualcosa di noi.
Con Dentro Fuori, Edo Massa ci invita dunque a interrogarci su quanto vediamo, su quanto ci lasciamo guardare, e su come ogni immagine possa contenere l’eco del nostro desiderio di essere compresi. Ma ci avverte anche: ogni cornice è una scelta, e ogni scelta esclude qualcosa. Forse, allora, la domanda più vera non è tanto “che cosa o chi guardiamo”, ma “chi stiamo diventando mentre guardiamo?”.
La negazione della temporalità lineare e la rielaborazione libera dei codici estetici delle avanguardie storiche, situano il lavoro di Isabella Accenti in una dimensione di ricerca postmoderna entro cui si esprime l’impossibilità di classificare in modo definitivo le sue opere: né fotografia, né pittura, né collage nell’accezione classica. Risultato di una composizione digitale e di un successivo procedimento di fissaggio, lavaggio e sfumatura operato manualmente dall’artista, ogni pezzo unico di Accenti oltrepassa i confini delle arti tradizionali.
Giuseppe Andolina
edo massa
è nato a Carate Brianza nel 1993 e vive a Bologna. Fumettista, illustratore e scriber, collabora con la rivista The Passenger (Iperborea). Ha lavorato anche per il teatro, partecipando con le sue opere a diversi spettacoli tra cui Dove sono le donne? di Michela Murgia e I confini non esistono di Matteo Caccia e Stefano Mancuso. Nel 2023 ha pubblicato il suo primo graphic novel Tutti autistici? (Beccogiallo). Dallo stesso anno, ha iniziato a lavorare nell'ambito delle arti visive con realtà come Parsec, Galleriapiù e Adiacenze
2023 - SUPERBONUS MERAVIGLIA – intervento pubblico a cura di Galleriapiù e Parsec
"Con ironia, Edo Massa gioca con la frenetica corsa al 'bonus facciate' e con la famosa campagna del Ministero del Turismo, proponendo una riflessione sull’accessibilità degli spazi culturali. Se il cantiere è una barriera così tangibile, quali sono le altre barriere invisibili che rendono difficile transitare negli gli spazi artistici?" (Parsec)
2025 - Non sappiamo cosa fare ma lo faremo lo stesso - presso Casa della Cultura di Calderara, a cura di Adiacenze
"Di fronte ai potenziali scenari, l’artista autore delle strisce sulla Generazione Senza Futuro risponde con un nichilismo che si fonde con la co-creazione, lasciando al pubblico la possibilità di completare le sue storie come crede. La mostra vedrà infatti Edo Massa realizzare interventi direttamente sui muri della Piazza Coperta della Casa della Cultura “Italo Calvino”, presentando vignette aperte alla partecipazione della comunità calderarese. I visitatori potranno contribuire alla scrittura delle strisce illustrate, trasformando le storie in un processo collettivo. Il titolo della mostra, Non sappiamo cosa fare ma lo faremo lo stesso, leitmotiv dell’incertezza delle giovani generazioni, diventa paradossalmente programmatico per le azioni che verranno messe in atto." (Adiacenze)