
residual spores
on organic memory, soft decay and generative matter
25.06.25 - 12.07.25
zahid hussain
giulia principe
maria stella priolo
carla marianna trillo
a cura di fuorisedia
Nell'ambito di Opentour 2025
giovani talenti in galleria
"La genesi rizomatica di questo progetto espositivo forse non prevede l 'esigenza di un testo curatoriale, dato che le artiste coinvolte, differenti per linguaggi e provenienze, sembrano qui incontrarsi come muffe spuntate su un vetrino inumidito: ognuna cresce per conto proprio, eppure si riconoscono, si intrecciano, con la programmatica speranza che qui si contaminino. Residual Spores è un titolo che ci è letteralmente cresciuto addosso, con quella sua insistenza fungina: reticolare, fluida, politicamente resistente.
Questo modello biologico ci guida nella lettura delle pratiche artistiche presentate - della loro marginalità, dell'attitudine residuale - che ci permettono di abitare temporaneamente il delicato confine tra sparizione e generazione, tra ciò che è destinato a svanire e ciò che emerge dal processo di dissoluzione. Muffe, tessuti, fotografie sbiadite e stratificate diventano testimoni di una memoria che non è solo fragile e imperfetta, ma profondamente vitale e assolutamente necessaria. Qui, il decadimento si trasforma in una condizione fertile: una soglia che permette all’effimero di assumere nuove forme inattese. La memoria individuale si intreccia e sbiadisce nella ciclicità della natura e della storia, innescando un senso di appartenenza collettivo.
Se Giulia Principe, esplorando la natura trasformativa della materia attraverso macchie, muffe e capelli caduti, celebra un’estetica legata ai segni del passaggio del tempo, Maria Stella Priolo dedica una serie di “memoriali visivi” alle risonanze tra il microscopico e il macroscopico della natura, tra la memoria organica e quella cosmica. Mentre Carla Marianna Trillo si interroga sul ruolo della memoria nel rapportotra identità e territorio, riorganizzandola come forma di resistenza all’oblio e come modo per comprendere la propria esistenza, la ricerca di Zahid Hussain, radicata in un’esperienza profondamente personale, si configura al tempo stesso come un diario visivo che restituisce visibilità a tutte le vite migranti."
Fuorisedia



Giulia Principe in Sotto la superficie (2025) riproduce un ambiente con muffe, generalmente connotate in maniera negativa, elementi infestanti, decadenti. Qui Principe ribalta la narrazione ed estetizza i segni del passaggio del tempo.
In Percorsi e Luce attraverso (2025) , invece, i capelli caduti sono qui a risemantizzare la fragilità della condizione umana Maria Stella Priolo in Totem e natura #1-4 e Totem e natura #5 (2025) ricerca le risonanze tra il microscopico e il macroscopico naturale attraverso la creazione di “memoriali visivi” che celebrano tra fragilità e infinito, tra la memoria organica e quella cosmica.
Con Sueños (2025) Carla Marianna Trillo dialoga con la memoria onirica. I luoghi, tra Lima e Bologna, si sovrappongono nella mente dell’artista. Il velo posto sopra queste immagini rimanda al Velo di Maya: cosa è vero e cosa no della propria memoria? In Lima (2024), invece, si interroga sul ruolo dei ricordi nel rapporto tra identità e territorio, concentrando la sua ricerca sulla ricomposizione dei frammenti che formano nuovi immaginari.
In Assenza presente (2025) Zahid Hussain pone lo sguardo sull’invisibilità di chi vive in strada, di come tutti guardano ma nessuno vede veramente. In Eco di Noi (2025) sono visibili le tracce di una poesia dedicata ai migranti e ai rifugiati, dove le parole sono simbolo di un nuovo inizio, una voce che nasce dal silenzio. Con Crisi (2025) l’artista ci pone di fronte a un ossimoro visivo, una sedia su cui non ci si può sedere. Questa anti-sedia è una presenza che non riflette il motivo della sua esistenza, ma lo nega, a rappresentare la contraddizione interna di sistemi, relazioni, politiche fallaci.








