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IMAGE

28.10.23 - 06.01.24

Mostra collettiva
 
Yumi Karasumaru
Bruno Benuzzi
Antonio Sofianopulo


A cura di Valerio Dehò

Il tema della pittura figurativa riemerge periodicamente nel mondo dell’arte e ha avuto negli anni Ottanta e Novanta una serie di coniugazioni fondamentali per comprendere il rapporto tra la pittura e altre espressioni o linguaggi come il fumetto, la fotografia, i new media. Bologna è stata una città importante in quegli anni in Europa perché ha ospitato eventi importanti, ha prodotto eventi importanti, promosso e ospitato artisti che hanno tracciato parabole personali che non si sono ancora concluse. Il ritorno alla pittura iniziato negli anni Ottanta andava non solo in un senso opposto alle declinazioni dell’Arte concettuale e dell’Arte povera, ma anche nel dichiarare la volontà della pittura di interpretare il mondo, ponendo la rappresentazione alla base di un crossover multimediale. Dipingere non era un modo per ritirarsi in solitudine dalla società contemporanea, ma di porsi in dialogo con essa. La fotografia, i fumetti, il cinema erano diventate strutture primarie della comunicazione, erano diventate la pelle del mondo. Dipingere voleva dire anche confrontarsi con questo cambiamento, ma anche far capire che sono gli artisti che danno senso a un’epoca non il contrario.

Bisognava anche porsi il problema della qualità della pittura dei suoi tempi che non avevano la rapidità del digitale e non volevano mettersi in competizione ma in alternativa ala tecnologia riproduttiva. A quella tecnica che si è cercato di mettere da parte o di svalutare concettualmente soprattutto da parte di una parte del mondo dell’arte che ha perso, o non ha mai avuto, la capacità di giudicare, di leggere il “quadro”. Il paradosso di una pittura che non muore mai nonostante i funerali che puntualmente si celebrano in assenza della defunta, è uno dei temi di questa mostra che vuole lasciare da parte polemiche e storie di altri tempi per mostra la bellezza e la varietà del dipingere.

Per questo la mostra Image sottolinea alcune presenze artistiche che hanno elaborato da tempo una propria poetica chiara e riconoscibile. Artisti che hanno saputo creare un proprio linguaggio in autonomia e intelligenza.

 

L’artista e performer giapponese Yumi Karasumaru, appena tornata da una serie di mostre tra Tokyo e Osaka, presenta alcuni lavori in cui mette a fuoco alcuni aspetti la realtà del suo paese mettendo in sequenza un ritratto tradizionale con una serie di “Dolls” figure-giocattolo che rappresentano la cultura giovanile tra cosplay e bamboleggianti figure sospese tra i manga e  e caratteristiche adolescenziali.

Bruno Benuzzi, artista che ha fatto parte dei Nuovi-Nuovi di Renato Barilli, presenta una serie di lavori che rivelano il melting pot culturale della sua esperienza artistica dalle cover della musica rock alla pittura rinascimentale fiamminga, dai fumetti alla fotografia. Artista ecclettico Benuzzi ha elaborato una propria tecnica pittorica. Ha sempre guardato ad un sincretismo culturale tra la musica, l’arte e il teatro come ad un intercodice necessario per vivere la contemporaneità come punto di arrivo delle esperienze del passato filtrate dalla sensibilità psichedelica degli anni Settanta.

Antonio Sofianopulo, artista triestino di origine greca, dipinge a olio quadri fantastici in cui affiorano memorie di grandi visionari come Chagall o Magritte, ma con un occhio di riguardo anche al simbolismo: del resto suo zio Cesare fu allievo di Franz von Stuck a Monaco di Baviera. Tranche di vita ed emergenze planetarie trovano con semplicità e grande accortezza una dimensione pittorica che ricorda che il linguaggio della pittura rappresenta la realtà senza farsene assorbire interamente. Le opere di Sofianopulo sono un invito a sognare ad occhi aperti, a sospendere il tempo in attesa dell’imprevedibile, assaporando il piacere della scoperta.

Image è una mostra che vuole dimostrare ancora una volta l’essenzialità del dipingere per saper guardare il mondo attraverso un linguaggio evoluto e in sincronia con il presente, ma che resta comunque qualcosa che appartiene interamente alla storia e alla tradizione artistica di cui facciamo parte. Immaginare la realtà vuol dire aiutarla a cambiare.

Valerio Dehò

Yumi Karasumaru

 

Nasce a Osaka (Giappone) nel 1958. Dopo gli studi in arte all’università di Kyoto si trasferisce a Bologna per trovare nuove ispirazioni fuori dalla sua patria e perfezionarsi all’Accademia di Belle Arti. Artista e performer, comincia a esporre nei primi anni ‘90 ed è nel 1995 la personale Banzai alla Galleria Guido Carbone, Torino.

Principali mostre personali: Facing Histories (2023, Galleria Paola Verrengia, Salerno, 2016, Museo d’Arte Moderna di Bologna, 2015, Hiroshima Prefectual Art Museum, Hiroshima, Roppongi Hills A/D gallery, Tokyo, @Kcua Kyoto City University Arts Art Gallery, Kyoto, 2014, Galerie Houg, Lione, 2002, Marcel Scheiner Gallery, Hilton Head Island, U.S.A), Woven (2021, Katuya Susuki Gallery, Tokyo), Tokyo Stories- Vol.3 (2011, Galerie Houg, Lione), It’s our Tokyo Stories (2010, Mizuma Art Gallery, Tokyo), Tokyo Stories (2009, fabioparisgallery, Brescia), BUNSHIN- everyday life (2006, Mizuma Art Gallery, Tokyo), Modern Crimes (1999, Viafarini, Milano), Spazio Aperto (1998, Museo d’Arte Moderna di Bologna), TOKI NO FUIN (1996, Art Forum Gallery, Merano), BANZAI (1995, Galleria Guido Carbone)

Nel 1995 partecipa alla Biennale di Venezia e nel 2005 alla XIV Quadriennale di Roma.
Ha esposto al Mambo a Bologna nel 2016. Vive e lavora tra Bologna e Kawanishi in Giappone.

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Bruno Benuzzi

 

Nato in Sardegna, ad Argentiera (Sassari), il 25 Aprile 1951, trascorre l’infanzia in Sardegna, tra Oristano e Alghero; dal 1962 vive a Bologna.

Ha retto la cattedra di Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna. Nel 1980 è stato incluso da Renato Barilli nel movimento dei Nuovi-nuovi. Tra le mostre più importanti si ricordano: 1977 Fragile Galleria 2000, Bologna; 1981 Galleria Fabjbasaglia, Bologna Galleria Diagramma, Milano; 1983 Galleria Fabjbasaglia, Bologna; 1984 La scala di Giacobbe Galleria Cicconi, Macerata; 1985 Lacrime d’Italia Galleria TxT, Rimini; 1986 Anima Animale Gall. Fabjbasaglia, Bologna; 1987 Zoo di polvere (antologica) Torre del Lebbroso, Aosta; 1988 Galleria Fabjbasaglia, Bologna; 1990 Rari nantes Studio Cristofori, Bologna; 1992 Thoreau davanti alla TV Studio Frigieri; Attualissima - Firenze; 1994 Veritati splendor Studio Cristofori, Bologna; 1995 Admiral Placentia Arte, Piacenza; 1997 A bocca aperta Galleria Maniero, Roma; 1998 Polline Ass. culturale Frigieri, Sassuolo; 2003 Galleria Maniero -Roma.

Nel 2023 ha avuto una mostra antologica presso l’Assemblea Legislativa Regionale dell’Emilia-Romagna.

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Antonio Sofianopulo

 

Vive a Trieste, dove è nato nel 1955. Compie studi artistici, ma la sua formazione avviene principalmente in famiglia con la madre Renata, pittrice e pubblicitaria, e con il prozio Cesare, pittore simbolista allievo di Franz Von Stuck.

Esposizioni personali: 1977 La Cappella Underground, Trieste; 1982 La stanza da musica Studio Tommaseo, Trieste; 1986 Galleria Torbandena, Trieste; 1993 V.S.V., Torino; Crossing, Portogruaro (con E.T. De Paris); Due/Zwei Les Chances de l’Art, Bolzano (con A. Mazzoni); 1997 In Exelixis Fondazione Merkouri, Atene; 1998 Simbolica Torino; 2001 Les Chances de l’Art, Bolzano; 2006 Galeria Victor Saavedra, Barcellona; 2007 Galleria Franco Toselli, Milano; 2010 Università Bocconi, Milano; 2011 Fratelli d’Italia, Galleria Maniero, Roma; 2012 Museo Ugo Carà di Muggia (Trieste); 2015 Museo Revoltella Trieste Per Marco; 2021 Duetart Gallery assieme a Yuri Rodekin; 2023 Frammenti Studio Vigato, Alessandria.

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